Usualmente siamo abituati a pesare che l’essere messi fuori dalla porta sia una punizione e, generalmente, si ritiene giusto che il bambino che non sa stare alle regole, che non sa stare zitto e fermo, che disturba la lezione, deve essere momentaneamente allontanato: in modo che capisca il suo errore e si corregga per il futuro.

Il progetto “aula aperta”, che da alcuni anni l’associazione ha strutturato in affiancamento ai primi anni del percorso di educazione parentale, si basa su un’idea del tutto opposta.

Il punto di partenza è la comprensione di un fatto naturale: non è per niente detto che un bambino di poco più di sei anni abbia le forze per resistere seduto e attento per un’intera mattinata. E, soprattutto, non c’è niente di male nel fatto che, talvolta, alcuni bambini abbiano delle necessità diverse.

Se partiamo dall’idea che l’educazione scolastica debba essere una specie di stampino che conformi l’individuo a corrispondere a precisi standard, evidentemente chi non impara a stare seduto e attento rapidamente deve essere altrettanto rapidamente educato a farlo. E se il bambino dovesse insistere (o meglio “resistere” all’educazione così imposta), non rimarrebbe che classificarlo come (almeno un po’) “sbagliato”.

Se invece partiamo dall’idea che ciascuno, se posto nel giusto ambiente e lasciato ai suoi giusti tempi di maturazione, sviluppa una sana curiosità verso l’apprendimento, le cose prendono una piega tutta diversa.

È naturale che questo o quel bambino una mattina non abbia le forze per rimanere concentrato, e magari ogni giorno si tratta di un bambino diverso.

E, nel momento in cui non è più a suo agio nel prestare attenzione a maestro, inizierà a distrarsi e molto probabilmente a distrarre anche altri.

In questi casi, piuttosto che punirlo va riconosciuta e accettata la causa della distrazione: semplicemente una necessità diversa, in quel momento particolare, di quel particolare bambino. Una necessità che, entro certi limite, è più che ragionevole.

Ecco allora il momento dell’aula aperta: in supporto ai maestri delle classi, soprattutto di quelle più piccole, accoglie i bambini che durante le ore di lezione quotidiane hanno bisogno di un momento di maggior tranquillità, di riposo o di un’attenzione più specifica.

Trovano ad aspettarli un maestro con cui potranno fare piccoli lavoretti manuali, come ad esempio fare la maglia, modellare la cera o semplicemente disegnare con cerette e matite colorate.

I bambini quando necessario, vanno volentieri nell’aula aperta, perché trovano un luogo accogliente e molto tranquillo: spesso basta davvero molto poco per tirare su il morale ed esser pronti a ripartire.

Grazi a questo strumento, le naturali esigenze di molti bambini vengono accolte e rispettate, senza necessità di trasformare il bambino che in quel momento non riesce a stare attento in un “monello”, in un “birichino” o, peggio che mai, in un “cattivo bambino” solo perché quel giorno ha avuto dei bisogni diversi.

Proprio questo approccio aiuterà il bambino a superare questi momenti e, con il tempo, a riuscire sostenere l’intera giornata di lavoro.