“L’inglese è importante”, “Occorre impararlo il prima possibile per avere dei vantaggi nel mondo” (del lavoro).

Frasi scontate, che chiunque potrebbe pronunciare incontrando l’assenso del proprio interlocutore. Per la pedagogia Waldorf le cose stanno in modo diverso.

Certamente non viene negata l’utilità pratica di saper padroneggiare altre lingue, oltre la propria lingua madre. Ma il senso dell’introduzione dell’esposizione ai suoni di lingue straniere è un’altra.

Intanto, quali lingue straniere? Perché, ad esempio, il tedesco? Perché Steiner parlava tedesco?

Le basi da cui nasce la pedagogia Waldorf hanno una precisa idea di cosa significa nascere e vivere in una specifica comunità linguistica. Il rapporto fra individuo e contesto sociale lo influenza in modo determinante su di una molteplicità di piani. Uno di questi piani ha appunto a che fare con la lingua parlata e con gli effetti che questo produce riguardo al sano e armonioso sviluppo durante la crescita.

L’apprendimento di lingue straniere si colloca in questo scenario, risultando uno dei modi attraverso cui la pedagogia mira a preservare le corrette modalità di sviluppo dell’individuo. Ad esempio, esponendosi ai suoni di lingue straniere (in particolare i suoi “rigidi” di lingue quali il tedesco o il russo) e imparando a padroneggiarli attraverso la riproduzione dei suoni stessi, il bambino (di madre lingua italiana) viene agevolato nella ricerca di una sua forma durante le fasi di maturazione.

Qui meno che mai si tratta quindi di un apprendimento concettuale: certamente il bambino associa suoni a funzioni pragmatiche del linguaggio (come dire “buon giorno”, come salutarsi, come dire “buon appetito”), ma non occorre che impari a padroneggiare né la grammatica e nemmeno la corretta modalità di trascrizione delle parole pronunciate, non subito. Quello che viene ricercata è la trasformazione dell’individuo attraverso il lavoro con i suoni della lingua straniera.

Poi come ricaduta, secondaria ma non meno importante, il bambino avrà in seguito a proprio vantaggio una migliore predisposizione alla comprensione e alla corretta riproduzione delle sonorità e degli accenti tipici della lingua straniera, o delle lingue straniere, cui è stato esposto.

A partire dal quarto anno del percorso, la lingua francese viene affiancata a quella inglese che rimane una costante dell’intero ciclo.