Intorno ai tre anni il bambino inizia a rivolgersi a se stesso con la magica parola “io”.

È uno dei segnali del suo essere pronto per il confronto con il mondo, uscendo dalla completa simbiosi che, fino a quel momento, ha continuato a legarlo agli adulti che si prendono cura di lui. È pronto per iniziare il difficile compito di instaurare una sana relazione con gli altri, partendo dai suoi pari: gli altri bambini.

Le attività dell’associazione rivolte ai bambini del primo settennio iniziano appunto con i tre anni. Si tratta di un lavoro di lento accompagnamento della trasformazione che vive il bambino stesso. Viene mantenuta una costante e rassicurante familiarità nei rapporti con il bambino, organizzando la giornata in modo che vi siano degli appuntamenti fissi, che si ripetono. Ogni giornata ha i medesimi appuntamenti (ritmi) di quella che l’ha preceduta, e di quella che la seguirà. Cambiano di volta in volta singoli elementi, le fiabe si alternano, gli spazi all’esterno vengono usati assecondando il ritmo delle stagioni, ma rimane stabile la ritmicità della giornata.

Ai nostri occhi di adulti questo sembra significare noia e inutile ripetizione. Per un bambino che sta approcciandosi all’esterno del suo mondo familiare questo è invece di estremo aiuto e conforto. Il ritmo, la ripetizione, la possibilità di prevedere cosa accadrà sono per lui una fonte di rassicurazione, un incentivo a esplorare la sua nuova quotidianità fatta di rapporti “alla pari” con altri bambini.

La noia di tutto questo è semmai ben attesa, alla fine del periodo: quando il bambino inizierà ad annoiarsi, sarà un segno del suo essere quasi pronto per affrontare un apprendimento anche intellettuale.

La mattinata del gruppo è quindi scandita da momenti ben precisi: anche lo spazio del “gioco libero”, in cui ai bambini vengono lasciati margini di auto-organizzazione, è un momento ben preciso e funzionalmente indirizzato a raggiungere precisi obiettivi pedagogici.

Niente di quello che viene fatto durante la giornata è privo di senso, niente è fatto per “intrattenere” i bambini. Al contrario ogni attività, dal racconto della fiaba, al gioco libero, allo svolgimento di piccoli lavori manuali o laboratori di cucina ha un significato pedagogico. I momenti principali proposti: lavorare la cera e la lana, la pittura, gli elementi di legno grezzi con i quali costruire, il travestimento, lavorare la pasta, la farina, la fiaba. Proprio il momento del racconto della fiaba è uno degli elementi più importanti della mattinata: ci sembra giusto dedicare a questo qualche parola in più.