Uno degli elementi che più caratterizzano la pedagogia Waldorf riguarda la scelta dei tempi. La più significativa di queste scelte colpisce sempre molto le persone che non conoscono i fondamenti della pedagogia Waldorf e desta spesso confusione e fraintendimento. Il punto di partenza è che non è semplice capire quando un bambino si trovi nel momento giusto per iniziare a relazionarsi con il mondo in modo che sia per lui proficuo passare ad un apprendimento di conoscenze intellettuali. Un apprendimento che, nei primi anni, avviene soprattutto attraverso il sentimento e la trasmissione di immagini emotive, piuttosto che con il lavoro concettuale. Ma pur sempre un apprendimento, una situazione molto diversa dalla partecipazione a gruppi in cui il respiro della giornata è dettato unicamente dal gioco, dal racconto della fiaba e dal lavoro manuale.

Il fraintendimento in cui si cade spesso riguarda il considerare qualche aspetto esteriore del comportamento del bambino, giudicandolo “avanti”, “sveglio” (o magari “più avanti” o “più sveglio” di altri). Le basi della pedagogia Waldorf guardano però ad altro: è una valutazione di insieme che riguarda lo sviluppo del corpo e della modalità di relazionarsi con il contesto sociale, che non si lascia fuorviare da apparenti segni di concettualizzazione precoce.

La cosa più difficile da comunicare e da comprendere, di solito, sono le conseguenze che derivano da questo tipo di scelte. Negli anni l’associazione ha strutturato un gruppo di lavoro e una modalità di approcciarsi alla tematica in modo da coinvolgere la famiglia, rendendola partecipe del processo, consapevole delle ragioni delle valutazioni e responsabile della scelta.