La musica come attività ed esperienza afferra l’anima nella misura in cui questa si apre alla sua influenza. Vi è chi ascolta musica con la  testa, la mente, ed è sempre teso a  capire razionalmente quanto ode: ma così non vive  la musica, la  pensa; e vi è chi invece sperimenta i suoni con la sua più profonda interiorità, a tutta prima come sensazione, non riuscendo a formulare il benché minimo pensiero su di essi. Questo significa che nel primo caso viene coinvolta soltanto l’anima intelligente che, in verità, assolve un modesto ruolo nella sperimentazione artistica e nel secondo invece l’anima sensitiva o senziente, principale strumento di attività estetica vissuta.  

Con altre parole, i poli del sentire e del  volere – ed il polo del pensare in misura non proprio marginale ma diversa – vengono coinvolti ed impegnati in ogni fatto artistico, segnatamente se musicale.

Vorremmo ora proporre un modo di ascolto più coinvolgente del normale, in quanto più preparato e consapevole, basato empiricamente sulla realtà sensibile timbrica del suono: cioè su ciò che si ode. E’ necessario soltanto acquisire sufficienti conoscenze sull’azione dei vari gruppi strumentali, anche se in modo generale, diciamo globale. Tali gruppi sono formati – ab origine – dalle medesime forze che hanno organizzato il pensare del capo, il sentire ritmico del torace ed il volere delle membra e del ricambio  nell’uomo. Così, tali sistemi si pongono in movimento al suono degli strumenti corrispondenti.

In questo modo, tutta l’anima vibra coi suoni che ode, sia partitamente per ogni gruppo strumentale, sia in collaborazione con gli altri. Questo significa che il pensare, sentire e volere, possono venire sperimentati attraverso gli strumenti che li rappresentano e di cui sono espressione. Una conoscenza più specifica sulla genesi e ruolo dei vari strumenti è certamente consigliata affinché il processo di coinvolgimento possa divenire  cosciente; e si possa seguire l’ingresso sonoro, o l’uscita, dei vari strumenti. Il che significa, al contempo, attivare parallelamente le forse dell’anima corrispondenti.